|
"PI SAN MARTINU OGNI UTTI
HA U SO VINU"
Finita la fermentazione, il mosto diventa vino ma la buona o cattiva qualità, come il sapore, dipende molto dalla botte che, se è opportunamente curata, darà sempre ottimo vino. Quindi, a novembre preso un campione di vino col "tasto" si procede allassaggio e, quando non era destinato al commercio allingrosso, si travasava in unaltra botte pulita e disinfettata per farlo invecchiare, per consumarlo in famiglia e per commerciarlo a minuto mettendo davanti la porta un fascetto di rami con foglie di carrubo ossia "fraschi i carruva". Quindi nella botte si metteva il "cicaluoru" che più tardi veniva sostituito dal rubinetto in quanto più pratico per piccoli prelievi di vino che veniva scrupolosamente misurato prima di versarlo con limbuto nelle bottiglie, magari prima facendone assaggiare un bicchiere, preso dalla caraffa o "cannatuni" smaltato, che normalmente stava al di sotto del rubinetto per recuperarne le eventuali gocce. Ma, data la notevole produzione e la forte gradazione alcolica e il sapore corposo, oltre l80% del vino veniva destinato allesportazione che si effettuava a Malta, in Francia, nel nord Italia e finanche in America, dove veniva usato per tagliare e per migliorare i vini locali.
PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.80/1996, Esperto A. Zarino
Strumento, fatto artigianalmente di canna, che utilizza il più capace dei cannoli estremi nel quale è praticata una piccola apertura nella parte superiore. Ciò consente, immergendolo nel vino dal foro esistente nella pancia della botte, di prelevare un piccolo campione da assaggiare, in siciliano "tastari" da cui il nome "tastu". PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.81/1996, Esperto A. Zarino
Strumento, fatto interamente in latta, che si basa sullenunciato di E. Torricelli messo in pratica agli inizi del 1900 dal lattoniere Zarino Vincenzo. In base a questo principio fisico, chiudendo il buco superiore del lungo tubo di latta e introducendolo, dalla parte dellampolla, nella botte col vino, questo non poteva entrare nel tasto per via dellaria presente, ma non appena si toglieva il dito dal buco, il tasto si riempiva, per cui richiudendo il buco, il vino, per via del vuoto, non poteva più fuoriuscire. Ciò consentiva di poter prelevare un campione del vino contenuto nella botte dalla profondità desiderata, mentre col tasto tradizionale di canna si prendeva sempre quello superficiale. PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.82/1996, Esperto A. Zarino PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.83/1996, Esperto A. Zarino PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.84/1996, Esperto A. Zarino Si tratta di ununità di misura per liquidi, come il vino. È costruito in latta, lesemplare di cui trattasi ha il timbro dellufficio pesi e misure, che garantiva la misura verificata. Veniva usato nella vendita pubblica al minuto. PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.85/1996, Esperto A. Zarino Si tratta di ½ dellunità di misura, di costruzione artigianale, per liquidi come il vino. È costruito in latta, lesemplare di cui trattasi non ha il timbro dellufficio pesi e misure, veniva usato nella vendita privata al minuto. PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.86/1996, Esperto A. Zarino
PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.87/1996, Esperto A. Zarino È realizzato artigianalmente interamente in latta, è costituito da una parte troncoconica da cui è ricavata una stretta fascia in alzata, tramite limpiego di una macchina bordatrice, e dalla "cannedda", o cannula stretta che è saldata al vertice del cono. Serviva per il travaso dei liquidi in piccoli recipienti. PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.88/1996, Esperto A. Zarino Vaso in ceramica invetriata, di costruzione artigianale, di forma arrotondata con piede e bocca stretti e due manici opposti, per protezione è rivestito con strisce di canna e verga di olivastro lavorate come un corbello. Serviva per contenere il vino, che si poteva bere durante la giornata di lavoro. PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.89/1996, Esperto A. Zarino
PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.90/1996, Esperto A. Zarino PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.91/1996, Esperto A. Zarino
PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.92/1996, Esperto A. Zarino PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.93/1996, Esperto A. Zarino
PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.94/1996, Esperto A. Zarino
Contenitore in vetro scuro, di costruzione artigianale, per liquidi come il vino, di forma cilindrica un po svasata, con un collo che si restringe in modo da avere una bocca stretta che veniva chiusa da un tappo di sughero. PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.95/1996, Esperto A. Zarino Contenitore di vetro, di produzione industriale, a forma di ampolla o sfera, con alto collo che si restringe in modo da formare una bocca stretta che veniva chiusa da un tappo di sughero. Per protezione, e per questioni di stabilità, doveva essere per forza impagliato con foglie di una pianta acquatica, detta "ura".
SCHEDA N.96/1996, Esperto A. Zarino Contenitore in vetro scuro, di costruzione artigianale, per liquidi come il vino, di forma cilindrica un po svasata, con un collo che si restringe in modo da avere una bocca stretta che veniva chiusa da un tappo a scatto in porcellana, con guarnizione in gomma. PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA POLIMUSEO A. ZARINO - VITTORIA SCHEDA N.97/1996, Esperto A. Zarino Contenitore grande in ceramica invetriata, di costruzione artigianale, per vino, di forma grossomodo cilindrica, con un manico e nel lato opposto un beccuccio pronunciato per versare il vino. È decorato con mulino, fiume e albero a colori giallo, verde, marrone e azzurro, su sfondo chiaro. Bicchiere, dal lat. Bucar, in sic. ant. Bàcara, in sic. Bicchieri.
|
|